Per la sua posizione unica e strategica al centro del Mediterraneo l’arcipelago delle Pelagie riveste una straordinaria importanza naturalistica, in ambito sia terrestre che marino. Numerosi sforzi sono stati fatti per proteggere il territorio delle Isole Pelagie e per preservare la biodiversità locale con l’ istituzione di riserve terrestri e marine e la designazione di siti Natura 2000 (SIC e ZPS).
Le Pelagie rappresentano la propaggine più meridionale del territorio italiano e anche di quello europeo, essendo ubicate nel Mediterraneo centrale quasi a metà distanza tra la Sicilia e la costa nordafricana. L’ Arcipelago è costituito dalle isole di Lampedusa (estesa 20,2 kmq), Linosa (estesa 5,3 kmq) e dall’isolotto disabitato di Lampione (esteso 3,6 ha); di fronte all’omonima spiaggia di Lampedusa, a circa 50 m di distanza, sorge inoltre l’isolotto dei Conigli, separato dall’isola madre da un istmo sabbioso largo appena 30 m.
L’isola di Lampedusa si presenta come un tavolato calcareo inclinato verso Sud-Est, movimentato esclusivamente da alcune incisioni che sfociano a mare formando diverse splendide cale sabbiose. L’attuale paesaggio di Lampedusa, molto simile alle aree pre-desertiche del Nord Africa, è il risultato non solo della naturale azione degli agenti esogeni, ma anche e soprattutto della secolare opera dell’uomo, che l’ha fortemente manomesso sin dall’epoca della colonizzazione borbonica (1843), attraverso un’intensa azione di disboscamento, dissodamento del suolo e messa a coltura dei terreni. Il paesaggio naturale è definito, oltre che dalle incisioni vallive, dalla straordinaria varietà del profilo costiero, che si presenta alto e scosceso a nord e basso e frastagliato a sud, e dalle aree desertiche del settore nord.


Linosa emerge da un più grande edificio vulcanico all’interno del Canale di Sicilia ed è caratterizzata dalla presenza di alcuni rilievi, tra cui Montagna Rossa, Monte Vulcano e Monte Nero. Tale conformazione connota un paesaggio estremamente vario e movimentato e che, rispetto a Lampedusa, ha subito un minore impatto antropico. Di forma vagamente quadrangolare, l’isola conta un’unica cala sabbiosa, la spiaggia della Pozzolana ai piedi di Monte Nero.

La differente storia geologica delle isole e la loro collocazione geografica in un’area di transizione tra due continenti, contribuiscono a delineare un contesto ambientale di grande interesse naturalistico per gli aspetti caratteristici della flora e della vegetazione ricca di endemismi, per la presenza di una ricca e diversificata fauna che presenta caratteristiche simili alle specie africane, per la ricchezza e l’elevata diversità dei fondali marini e per la presenza di importanti specie di mammiferi e di rettili marini.
Le due isole maggiori rappresentano due siti di regolare riproduzione della tartaruga marina Caretta caretta, ospitano una fauna a cetacei rappresentata da una popolazione stanziale di tursiope Tursiops truncatus e di grampo Grampus griseus e da altre specie di delfino (delfino comune Delphinus Delphis e stenella Stenella coeruleoalba) e dalla balenottera comune Balaenoptera physalus, che nel periodo di marzo e aprile si avvicina in piccoli gruppi alle coste delle isole per nutrirsi dei banchi di piccoli crostacei elemento fondamentale della sua dieta. Sono inoltre un’ area importante per l’avifauna per la presenza di colonie di rapaci sulle ripide falesie costiere di Lampedusa e Lampione e poiché sono una fondamentale stazione di sosta per molte specie di uccelli migratori sulla rotta dello Stretto di Sicilia.























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Crediti immagini Valentina Corrias